24 settembre 2006
Sviluppo controintuitivo
Quello che molti pensano,
quello che è più facile ed ovvio pensare, è che il cervello, come il resto del
corpo in genere, tendi nel suo sviluppo alla complessità. Quando nasciamo siamo
incompleti, questo è palese, eppure non è ben chiaro in cosa; abbiamo tutti gli
arti, ogni parte del corpo è al suo posto, l’apparato locomotore è formato
anche se fragile, eppure qualcosa non ci permette di essere quello che poi
saremo da li a pochi anni. Lo sviluppo insomma è un processo che tende verso
una forma di specificazione, di definizione, ma non per forza verso la
complessità. Mentre lo scheletro tende alla robustezza e all’ispessimento il
cervello sembra procedere nel verso opposto: al momento della nascita infatti
il numero di neuroni (cellule del sistema nervoso) sono decisamente maggiori
rispetto all’adulto. Dunque quello che permette al bambino di acquisire la
vista non è l’arricchimento neuronale, bensì il contrario, la perdita di
neuroni superflui e solo verso i cinque mesi il cervello raggiunge il giusto
numero di cellule (che è poi il medesimo dell’adulto). Questo discorso vale
naturalmente anche per altre regioni e non solo per il numero di neuroni ma
anche per le loro connessioni. Insomma, la maturazione cerebrale è l’esatto
opposto di quello che si credeva e (fuori dall’ambito scientifico) si crede
ancora, e chissà se la chiave della nostra relativa ignoranza, riguardo i meccanismi
ancora ignoti del sistema nervoso centrale, non sia appunto questa controintuitività
legata all’organo per eccellenza.
| inviato da il 24/9/2006 alle 21:57 | |
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